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Rapporti istituzionali

Lo Stato e la Regione hanno a disposizione diversi strumenti per coordinare la propria attività e cooperare per il buon funzionamento della macchina amministrativa nel rispetto dei rispettivi ruoli.

Il diritto a essere rappresentati e ascoltati
Nell’ambito dei trattati di commercio internazionali o della regolamentazione dei servizi nazionali di comunicazione o dei trasporti (terrestri, aerei e marittimi) che riguardano la Regione sarda, l'Amministrazione ha il diritto di essere rappresentata ed intervenire nell'elaborazione degli accordi da parte del Governo. Inoltre, il Presidente della Regione può intervenire alle sedute del Consiglio dei Ministri quando vengono trattate questioni che riguardano la Sardegna.

Nei rapporti con il Parlamento nazionale, il Consiglio regionale può presentare alla Camera proposte di legge su materie di interesse regionale. Invece, la Giunta può chiedere al Governo la sospensione di particolari provvedimenti economici e finanziari nazionali che risulterebbero dannosi per gli interessi della Regione.

La concertazione e la cooperazione
Lo Stato e la Regione hanno a disposizione diversi strumenti per coordinare la propria attività e cooperare per il buon funzionamento della macchina amministrativa.
Le Conferenze Stato-Regioni, Regioni e Province Autonome e quella Unificata (che riunisce le prime due) sono le sedi privilegiate della negoziazione politica, nelle quali il Governo può sentire il parere delle Autonomie su leggi e provvedimenti e nelle quali vengono trattati gli aspetti di politica comunitaria che possono avere ricadute in campo regionale o provinciale.

La legge finanziaria per il 1997 ha introdotto lo strumento delle "Intese istituzionali di programma", che stabiliscono obiettivi e settori nei quali è fondamentale la cooperazione tra Governo e Giunte regionali per piani pluriennali di interesse comune funzionalmente collegati.

Le Intese, approvate dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), vedono la propria attuazione attraverso gli "Accordi di programma quadro" che mettono insieme enti locali, soggetti pubblici e privati per la realizzazione di interventi e attività entro limiti temporali certi e procedure semplificate.

Per le opere pubbliche "strategiche", la cd. Legge Obiettivo (21 dicembre 2001, n. 443) delega al Governo l'individuazione delle opere pubbliche di interesse nazionale, ma la Regione mantiene un ruolo consultivo sull'approvazione dei progetti e sulla localizzazione delle opere.